[vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”full_width” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern”][vc_column][vc_column_text]Vi presentiamo l’artista di questa settimana, Andrea Marchesini, ma prima.. scopriamo cosa ne pensa Lodovio Gierut di questo ragazzo.
Le opere in mostra possono essere acquisite. Essendo filantropi, ci siamo affidati al critico d’arte e giornalista Lodovico Gierut, fondatore del Comitato Archivio artistico documentario Gierut che come è noto non ha fini di lucro. Sarà nostra premura mettervi in contatto con lui per avere ogni informazione sia su ogni Artista, come sulle opere che potrebbero entrare nella Vostra collezione.
“Ho conosciuto Andrea Marchesini solo da alcuni mesi, grazie al fotografo Giacomo Mozzi, e – senza ovviamente tenere conto del suo già ampio e qualificato curriculum vitae – le opere presentatemi per il progetto dedicato al compositore Giacomo Puccini mi sono subito piaciute, inserendole nel contesto. Mi fa piacere che pure tramite le iniziative di ‘Maki Art Gallery’ si stia perentoriamente facendo un certo spazio nell’universo artistico della ‘nostra’ Versilia (quella che dal Massaciuccoli pucciniano va sino al confine estremo di Forte dei Marmi) da cui sono passati e passano, giustamente, lavorandovi e ampliando le proprie conoscenze ed amicizie, persone come lui, perentoriamente legate alla creatività e alla professionalità. Auguri, dunque, ad Andrea Marchesini per la sua adesione alla “grande Famiglia dell’Arte in Versilia”. Lodovico Gierut
Andrea Marchesini nasce a Verona nel dicembre del ’73, ed è figlio d’arte, già a quattro anni comincia a frequentare lo studio della madre. Ha conseguito la maturità scientifica frequentando nel frattempo studi d’artisti. Nel ’92 dopo un viaggio ad Amsterdam si interessa ai dipinti di Van Gogh e alla sua pennellata materica e rivoluzionaria. S’iscrive alla facoltà di legge di Ferrara per poi abbandonarla definitivamente per l’arte. Vive per sei anni a Londra studiando e frequentando musei e mostre d’arte e in particolare la Tate Gallery affascinato dalla modernità dell’opera di Turner che con la sua pittura di pura luce lo riporterà a una sua vecchia passione “ la luce e il colore dei Veneziani”. Passa altri due anni a Dublino visitando luoghi incontaminati con segni di culture che saranno la base per le sue serie pittoriche: “Tracce” e “Città del Silenzio”; apparizioni miste a grumi, crepe, crateri, impronte, stratificazioni che scavalcano giorni, anni, secoli, millenni, atmosfere di un mondo pluriculturale e multietnico, luoghi e simboli che fanno parte del cammino dell’uomo, dove, però l’uomo è bandito e, la natura si riappropria di tutto ciò che l’aveva mortificata, costruendo nuova vita. A Barcellona viene a contatto con l’opera di Mirò e con il suo mondo coloristico che fa esplodere i suoi quadri. A Roma vive e lavora dal 2003 al 2006 e ha modo di studiare l’arte classica dal vero, oggi opera a Barbarano Vicentino, dove dopo aver passato una fase astratto informale barocca “Dinamismo Cosmico” ne vive un’altra notevolmente più astratta con una dinamica del colore in costante evoluzione “Connessioni”. Si dedica inoltre alle grandi tele ed arazzi che appartengono alla tematica “Affabulando” , “Oltre la siepe” e “Satyricon 2016” dove usa liberamente tutti i linguaggi del suo tempo e del passato mescolandoli con cinema, fumetto, cartoons e satira.[/vc_column_text][vc_empty_space][vc_single_image image=”464″ img_size=”full” qode_css_animation=””][/vc_column][/vc_row]